una giovane promessa
del calcio femminile svizzero

Caterina Tramezzani, dal Team Ticino all’U-19 dello Young Boys e della Nazionale e con il programma FOOTURA davanti a sé

Lasciare la famiglia in Ticino a 12 anni, trasferirsi a Bienne al centro di preformazione dell’ASF per in-seguire il sogno di diventare una giocatrice di cal-cio professionista. Caterina Tramezzani, classe 2005, mancina naturale, difensore centrale, fresca vincitrice del titolo svizzero U-19 con lo Young Boys e giocatrice della nazionale rossocrociata U-17 e U-19 ha tutte le carte in regola per realizzarlo. Alme-no questo è quello che pensano i suoi allenatori e selezionatori. L’abbiamo incontrata nella redazio-ne de La Domenica a Muzzano, tra una verifica sco-lastica e una tregua dagli allenamenti quotidiani.

 

L’inizio: galeotto fu un docente

«Tutta la mia famiglia ha sempre giocato a calcio, da mio nonno paterno, a mio papà e a mio fratello maggiore, con cui passavo ore a giocare a calcio a casa». Tutto bene? Quasi. «Mia mamma era contraria che io giocassi in una squadra». Se non che… «Era intervenuto il mio maestro di scuola elementare di Collina d’Oro, Carlo Ortelli (attuale assistente allenatore del FC Lugano, n.d.r.), che durante un colloquio docente-genitori era riuscito a convincere mia madre a lasciarmi giocare in una società sportiva». Inizia così il percorso sportivo di Caterina Tramezzani. A 10 anni entra a far parte per due stagioni del raggruppamento Insema (AS Carona, FC Collina d’Oro, FC Melide, FC Paradiso, e FC Ceresio). È poi la volta del FC Lugano, nelle selezioni Footeco 12, 14 e Team 15. Confluisce quindi nell’U17 del Team Ticino Femminile e da gennaio 2022 milita nell’U-19 femminile dello Young Boys, con cui a inizio giugno ha vinto il titolo svizzero di categoria.

«I duelli li vinco sempre io»

Con quale ruolo? «Sono un difensore centrale, ma posso giocare anche come centrocampista difensiva ». Caratteristiche? «Sono mancina di piede, tecnica e tenace, i duelli li vinco sempre io», commenta decisa la numero 6 dell’YB, che si dice «molto contenta del mio trasferimento nella squadra del Canton Berna». Dove ci sono molte più ragazze che giocano a calcio rispetto al Ticino e l’organizzazione societaria risulta essere più professionale. Senza nulla togliere al sistema di formazione ticinese. Figure di riferimento in Ticino? «Un allenatore per me importantissimo è stato Giano Bernasconi nel raggruppamento Insema, mentre nel Team Ticino il responsabile tecnico Stefano Bulfaro è stato essenziale».

 

Partire da casa a 12 anni

All’età di 12 anni gli allenatori e gli osservatori dell’ASF notano Caterina Tramezzani in occasione dei vari tornei che vedono sfidarsi le diverse selezioni cantonali U-12 in Svizzera. Nasce la possibilità di trasferirsi al Centro di preformazione dell’ASF con sede a Bienne (vedi testo a lato). «Ho dovuto fare 3 test d’ammissione, il secondo a Macolin, dove si doveva trascorrere una notte da sole per essere messe alla prova». Superata la seconda prova, Caterina viene messa alla… prova dal padre che le chiede se è convinta di continuare. «A 12 anni non mi rendevo ben conto di quello che stavo facendo, quando ho superato il terzo test non ci ho pensato due volte e mi sono buttata». A Bienne, organizzazione elvetica. Famiglia d’accoglienza, nel caso di Caterina, di origine italiana. Obbligo di usare la bicicletta per i trasferimenti casascuola media-Tissot Arena-casa. Lezioni in francese, pranzo, allenamento, studio, cena e rientro a casa alle 19:30. Come rivede Caterina, ora in seconda liceo sempre nel Canton Berna, i 5 anni trascorsi a Bienne? «Un periodo bellissimo, con le altre ragazze si è creata come una famiglia allargata».

«E perché non giocare all’estero...»

Più sogni da realizzare che cassetti in cui infilarli. Quali gli obiettivi sportivi e scolastici di Caterina? «Sicuramente continuare a giocare, arrivare nella prima squadra dell’YB e ricevere una selezione dalla Nazionale maggiore - e magari vincere qualcosa -. Penso anche a un trasferimento all’estero, perché se è vero che in Svizzera il movimento femminile è in crescita, non siamo ai livelli di Inghilterra o Spagna». «A livello scolastico, terminato il liceo, vorrei iscrivermi all’Università, con indirizzo scientifico, chimica, biologia... continuando a combinare calcio e scuola».

Un progetto chiaro, quello di Caterina Tramezzani, che nei prossimi giorni troverà un nuovo sostegno da parte dell’ASF, grazie al suo inserimento nel programma federale FOOTURA, che segue in modo individualizzato le giocatrici svizzere più talentuose mettendo loro a disposizione guide professionali nei settori più diversi, tecnico, atletico, psicologico, alimentare. M.O.

l'eco dello sport, domenica 12 giugno 2022 - ecodellosport.ch